Decadimento cognitivo: una panoramica completa

Il decadimento cognitivo rappresenta una progressiva riduzione delle capacità cognitive, che può interessare diverse aree del funzionamento mentale, come la memoria, l’attenzione, il linguaggio, le funzioni esecutive (pianificazione, organizzazione, risoluzione dei problemi), il pensiero astratto e le abilità visuo-spaziali. Il decadimento cognitivo può variare in intensità e gravità, da un lieve declino (che potrebbe non interferire significativamente con la vita quotidiana) fino a forme più severe, come la demenza, che compromettono in modo marcato l’autonomia funzionale della persona.

 

Differenza tra invecchiamento normale e decadimento cognitivo

È importante distinguere tra i cambiamenti cognitivi legati all’invecchiamento normale e quelli associati al decadimento cognitivo patologico: l’invecchiamento normale riflette piccoli rallentamenti nei tempi di reazione o difficoltà nel ricordare alcuni dettagli (come i nomi) che riflettono l’avanzare dell’età, senza però una compromissione significativa delle capacità di svolgere le attività quotidiane.
Il Decadimento cognitivo, invece, rappresenta un declino delle capacità cognitive maggiore rispetto a quanto ci si aspetterebbe per l’età e che interferisce con le attività quotidiane. Questo può presentarsi come una condizione lieve, conosciuta con il termine Mild Cognitive Impairment (MCI), oppure può progredire verso una forma di demenza.

 

Mild Cognitive Impairment (MCI)

Il MCI è una condizione intermedia tra il normale invecchiamento cognitivo e la demenza. Le persone con MCI mostrano un deficit in una o più aree cognitive, ma conservano la capacità di gestire in modo autonomo la maggior parte delle attività quotidiane. Questa condizione può rimanere stabile per anni, migliorare, o nella maggior parte dei casi evolvere verso una forma di demenza. Le funzioni cognitive più comunemente compromesse includono la memoria (MCI amnesico) e le capacità di ragionamento o di pianificazione (MCI non amnesico).

 

La Demenza: caratteristiche generali

La demenza è un termine ombrello che descrive un insieme di sintomi caratterizzati da un declino significativo e progressivo delle funzioni cognitive, tale da interferire con l’autonomia personale e le normali attività quotidiane. La demenza non è una malattia specifica, ma piuttosto un sintomo comune a diverse patologie neurodegenerative, traumatiche o metaboliche.

Le aree cognitive compromesse nella demenza possono includere la memoria (difficoltà nel ricordare eventi recenti o fatti del passato), il linguaggio (problemi nel trovare le parole giuste o comprendere il linguaggio), le funzioni esecutive (con l’incapacità di pianificare, organizzare o eseguire attività complesse), le capacità visuo-spaziali (difficoltà nell’orientarsi in spazi conosciuti o nell’interpretare stimoli visivi), e cambiamenti comportamentali e di personalità (tendenza alla depressione, apatia, irritabilità o disinibizione).

 

Tipi di demenza

Esistono diverse forme di demenza, ciascuna con caratteristiche specifiche in termini di sintomatologia, progressione e meccanismi biologici.

1. Malattia di Alzheimer
E’ la forma più comune di demenza, che rappresenta circa il 60-70% dei casi.
L’Alzheimer è caratterizzato da un deterioramento progressivo inizialmente della memoria e con il progredire della malattia anche di altre funzioni cognitive come l’orientamento spaziale e temporale, il linguaggio, le funzioni esecutive. La causa principale è l’accumulo di proteine beta-amiloidi e tau nel cervello, che danneggiano le cellule nervose e le loro connessioni.

2. Demenza vascolare
E’ causata da una riduzione del flusso sanguigno al cervello, spesso a seguito di ictus o di piccoli infarti cerebrali.
I sintomi possono includere difficoltà di ragionamento, pianificazione, giudizio e, in alcuni casi, compromissione della memoria.
La demenza vascolare spesso si sviluppa improvvisamente, dopo un evento ischemico.

3. Demenza a corpi di Lewy
Si distingue per la presenza di corpi di Lewy, nonché depositi anomali di proteine nel cervello.
In questo caso, i sintomi includono allucinazioni visive, rigidità muscolare, tremori (simili al Parkinson), oltre ai classici deficit cognitivi. Si osservano inoltre fluttuazioni cognitive significative e disturbi del sonno.

4. Demenza frontotemporale (FTD)
Coinvolge principalmente i lobi frontali e temporali del cervello, che controllano la personalità, il comportamento e il linguaggio.
Generalmente si manifesta con cambiamenti marcati nel comportamento, nella personalità e nel controllo delle emozioni.
Tende a colpire persone in età relativamente giovane, tra i 45 e i 65 anni.

5. Demenza mista
Combina caratteristiche del morbo di Alzheimer e della demenza vascolare, con sintomi che derivano da entrambe le patologie.

 

Sintomi e stadi della demenza

La demenza tende a progredire in fasi distinte, dalla fase lieve (in cui la persona può ancora svolgere molte attività quotidiane, anche se con difficoltà), passando alla fase moderata (quando l’assistenza diventa più necessaria a causa del peggioramento delle abilità cognitive e comportamentali), fino alla fase grave in cui il paziente perde l’autonomia quasi completamente e necessita di assistenza continua.

 

Diagnosi e trattamento

La diagnosi della demenza è un processo complesso che include una valutazione neuropsicologica – effettuata da uno psicologo esperto in neuropsicologia  per valutare il livello di compromissione cognitiva -,  
esami di laboratorio – come risonanza magnetica o PET, per identificare anomalie strutturali o funzionali nel cervello-  esami ematici – per escludere cause reversibili come carenze vitaminiche o disturbi metabolici ed una vista neurologica. 

Non esiste una cura per la maggior parte delle demenze, ma trattamenti farmacologici e non farmacologici possono rallentare la progressione dei sintomi e migliorare la qualità della vita.

I trattamenti comprendono:

  • Terapia farmacologica: come gli inibitori della colinesterasi o la memantina, che possono aiutare a preservare temporaneamente le funzioni cognitive.
  • Interventi non farmacologici: tra cui la stimolazione cognitiva, la terapia occupazionale e il supporto psicologico per pazienti e familiari.

In conclusione, il decadimento cognitivo e le demenze rappresentano una sfida significativa per le persone colpite, i loro familiari e i sistemi di cura. La diagnosi precoce, la gestione appropriata dei sintomi e un adeguato supporto possono contribuire a migliorare la qualità della vita e a rallentare il declino funzionale.

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